Ci eravamo lasciati circa sei mesi fa con le recenti implementazioni di Pinterest, il pin-it button che diventa save-it, il discovery element e la ricerca visiva, che permetteva all’utente di selezionare un elemento all’interno di un’immagine e riceverne i risultati simili.
Quest’ultima nasceva da un’esigenza particolare, ovvero dalla difficoltà che spesso si incontra nel dover descrivere a parole un oggetto specifico o un luogo, non riuscendo a trovare le parole giuste per rappresentarlo e quindi cercarlo. Ci siamo chiesti, perciò, come sta evolvendo il riconoscimento delle immagini sui social network e nel digitale.
Analizzando Pinterest, abbiamo potuto osservare che, per supportare gli utenti a ottenere risultati di valore dalla ricerca delle immagini, ha introdotto una nuova funzionalità. Un sistema innovativo che permette a chiunque, senza dover usare le parole, la ricerca tramite ciò che sta vedendo in quel preciso momento.
Pinterest Lens – il nome di questo nuovo strumento – permette di fotografare attraverso lo smartphone l’elemento d’interesse e, sfruttando il l’esteso database di immagini del sito, evidenzia i risultati che più si avvicinano all’oggetto cercato. Lens sarà quindi capace di trasformare quello che vediamo in un qualcosa di concreto.
Nello specifico, si tratta di un sistema che utilizza delle soluzioni di visione automatica (Machine Vision) per riconoscere un oggetto nella sua forma e colore, proponendo poi soluzioni con caratteristiche simili alle altre immagini condivise dagli utenti o dai brand.
Al momento questa funzionalità, attiva per ora solo negli Stati Uniti, funziona meglio sui settori legati all’interior design, all’abbigliamento e al food.
Eccola all’opera:
Assieme a questa nuova tecnologia di ricerca, Pinterest ha implementato anche la funzionalità “Shop the Look”, che diventa un vero e proprio canale per lo shopping. Come funziona?
Navigando all’interno della piattaforma i pinners avranno la possibilità di cliccare sul cerchio blu che apparirà sull’immagine che stiamo guardando e vedere tutti i prodotti simili, acquistabili successivamente attraverso i Buyable Pin di Pinterest.
È sempre più chiaro, quindi, come Pinterest si stia sempre più allontanando dall’essere un “semplice” social network, implementando continuativamente nuove funzionalità che lo rendono ogni giorno più simile ad un grandissimo e-commerce.
Alcune fonti, inoltre, segnalano l’intenzione del brand di lanciare una campagna pubblicitaria, che inizierà nel Regno Unito, per mostrare il funzionamento della sua utilità per scoprire nuove idee e trovare ispirazioni di diverso tipo e su diversi campi.
Come scrive Il Post, infatti l’obiettivo è trasmettere un concetto cui i responsabili dell’azienda tengono molto: Pinterest non è un social network vero e proprio, è un servizio per mettere insieme cose trovate in giro online e che servono in primo luogo a sé stessi. La società sta cercando di differenziarsi il più possibile dai social network più affermati, come Facebook, cercando di ritagliarsi uno spazio online dove la concorrenza è meno agguerrita.
Per quanto riguarda il campo del riconoscimento delle immagini, si muovono invece in direzioni diverse i due colossi Facebook e Google. Secondo le ultime notizie, il primo starebbe testando un motore di ricerca interno che sfrutterebbe l’intelligenza artificiale per riconoscere luoghi e oggetti all’interno delle fotografie degli utenti. Si tratta in realtà di un’implementazione di Lumos, la tecnologia già utilizzata dal social network per facilitare l’accessibilità alla piattaforma agli utilizzatori con disabilità visiva parziale o totale: la sua prima applicazione era infatti quella di permettere la descrizione e la ricerca delle immagini tramite il loro contenuto con la funzione di testo automatico alternativo.
Attraverso l’implementazione di un nuovo algoritmo e tecniche di deep-learning, Facebook ha analizzato miliardi di foto caricate dagli utenti e le ha poi indicizzate in modo tale da permettere il riconoscimento di oggetti e luoghi all’interno delle stesse. Dal punto di vista pratico, questo comporta un miglioramento sostanziale della ricerca delle immagini sul social network. Diventerà così possibile accedere a fotografie contenenti qualsiasi elemento (oggetti, luoghi, animali ecc.), indipendentemente dal fatto che queste siano corredate dei tag e della didascalia associata. Tale funzione sarà disponibile a breve solo per gli utenti degli Stati Uniti, mentre ancora non ci sono notizie riguardo all’estensione del motore di ricerca nel resto del mondo.
Un’ulteriore evoluzione sarà quella di capire attraverso la computer vision che cosa fanno le persone nelle foto caricate sulla piattaforma, permettendo di portare a termine con successo una query in cui si chiede al motore di ricerca del social di cercare “persone che camminano”, “persone che ballano” e così via. Rimane per ora solo un progetto: estendere tale riconoscimento e interpretazione delle immagini anche ai video.
Le ultime novità sul riconoscimento delle immagini introdotte da Google riguardano, invece, un algoritmo in grado di ricostruire una foto e migliorarne la risoluzione partendo da pochi pixel. Il sistema si basa sulle operazioni compiute da due diverse reti neurali: la prima si occupa di confrontare l’immagine pixelata e irriconoscibile all’occhio umano con delle immagini ad alta risoluzione, cercando di rilevarne gli elementi comuni al fine di capire che cosa sia rappresentato in ogni singolo pixel. A questo punto la seconda rete neurale, interviene, ed è in grado di riconoscere ciò che vede e di aggiungervi dei pixel (che equivale a dire che vi aggiunge dei dettagli) seguendo una schema algoritmico.
Le elaborazioni effettuate dalle due reti neurali vengono unite per ottenere il risultato finale: un’immagine immediatamente leggibile dall’occhio umano. Per ora i risultati sono di risoluzione non eccellente, ma il fatto di poter trasformare un’indistinta massa di colore in un’immagine comprensibile, nella quale è possibile identificare con certezza elementi riconoscibili è, di per sé, un enorme progresso. Oltre alle debite considerazioni a livello giuridico-legale, una simile tecnologia potrebbe infatti trovare un’importante applicazione nell’ambito della sicurezza: un algoritmo di questo tipo potrebbe infatti permettere la ricostruzione e il riconoscimento di individui ripresi dai fotogrammi a bassa qualità dalle telecamere di sicurezza. Si è parlato di considerazioni legali poiché in ogni caso l’immagine resa dal sistema è comunque il frutto di un processo di una rete neurale, ovvero un sistema computerizzato che simula la realtà.
Non rimane quindi che sfruttare le funzionalità implementate da Pinterest e gli altri canali e aspettare che diventino concrete anche negli altri Paesi. Avete già una strategia in mente?