L’avviso è d’obbligo sin dal principio: questo articolo non è una lista, come afferma il titolo, ma una buona parte di coloro che ha cliccato ed è giunto a questa pagina probabilmente lo ha fatto proprio per l’effetto che gli elenchi hanno su tutti noi. In questo articolo approfondiremo questa questione.
Le liste non hanno bisogno di presentazioni: ne abbiamo lette a migliaia e sono tra le modalità principali di comunicazione con cui abbiamo quotidianamente a che fare. Molto probabilmente sono state la prima forma organizzativa di scrittura in assoluto, per la necessità di elencare le proprietà private nelle società primitive, e solo dopo, con lo sviluppo di una sintassi complessa, si è potuti giungere ad altre tipologie più discorsive.
Possiamo dire quindi che gli elenchi siano il nostro modo di comunicare più arcaico e istintivo, e questa tesi pare corroborata pure dalle prime parole che si pronunciano durante l’infanzia: gli esordi comunicativi sono tentativi di contare fino a dieci, recitare l’alfabeto o ripetere i nomi della mamma, del papà, del nonno e via dicendo.
Anche la religione non ha potuto fare a meno di questa forma espressiva, visto che nella tradizione cristiana ed ebraica il primo messaggio di Dio agli uomini è stato proprio una lista: i dieci comandamenti.
Evitando di dilungarci su questioni teologiche o antropolinguistiche, analizziamo invece le proprietà che spiegano il successo delle liste nell’universo del web-content. Sono molti infatti i siti e le piattaforme che ne hanno intuito le potenzialità. Basti pensare a Buzzfeed, Toughtcatalog o EliteDaily, che sono riusciti a raggiungere volumi di visite enormi utilizzando unicamente post con il formato della lista, e il cui stile è stato mutuato da canali di news più istituzionali come Huffington Post o New York Times; e a cascata nessun sito internet nel mondo ha potuto esimersi dall’utilizzarle. Lo stesso successo di Reddit, se vogliamo, si fonda su una declinazione interattiva dell’elenco, e ciò si deve alle alte performance in termini di viralità che questi articoli riescono a raggiungere.
Facciamo quindi un’analisi tecnica più approfondita per individuare le caratteristiche che ne spiegano la popolarità, che sono:
Caratteristica immediata delle liste sono il loro ordine: un ‘ordine non meramente testuale, ma visuale, che seduce il lettore ad una prima occhiata.
Immaginiamo di dover fare la valigia prima di partire per un lungo viaggio. Sopra il letto abbiamo distribuiti alla rinfusa: camicie, calze, t-shirt, shampoo e tutto ciò che ci è necessario per la vacanza. In un’altra stanza invece abbiamo gli stessi oggetti, ma deposti ordinatamente sopra le lenzuola: prima le calze, poi le mutande, i pantaloni, le t-shirt e così via. Quale situazione sceglieremmo se dovessimo riempire in poco tempo la valigia? Sicuramente le seconda. Ed è la stessa fascinazione mentale che la lista ha nei confronti dell’articolo discorsivo ad un primo impatto. È la fascinazione dei vuoti di pagina, che si sussegguono alla destra dell’elencazione dei diversi punti, e che comunicano al lettore una semplicità di lettura grazie alla divisione dei contenuti in piccole parti. Ogni testo ha diversi concetti al suo interno, e il compito del lettore è quello di individuarli ed estrapolarli. Nella lista invece i processi di estrapolazione sono già attuati dall’autore – come le calze sono già separate dai pantaloni nel letto – rendendo la lettura un’attività meno impegnativa per l’utente.
A livello psicologico la lista ha anche una funzione consolatoria, e questo, come anticipato all’inizio dell’articolo, è un effetto di cui si può beneficiare sin dal titolo.
In che modo?
Quando mi trovo di fronte ad un post “Le 10 cose che devi fare per migliorare la tua produttività”, conosco fin da subito cosa mi aspetta, ovvero dieci punti che saranno di aiuto per il mio lavoro. È una sorta di dichiarazione di intenti da parte dell’autore al lettore. Un titolo diverso come “Cosa devi fare per migliorare la tua produttività” non mi fornisce informazioni riguardo il modello testuale che troverò all’interno del link: un long-form? Un articolo breve? Un video? Un elenco?
La lista ha il potere sin dal titolo di tranquillizzare l’utente dicendogli già cosa andrà a leggere una volta aperto il collegamento ipertestuale, senza deludere alcuna aspettativa, proprio perché aspettative non ne crea, o meglio, ne crea di immediatamente soddisfacibili.
Veniamo invece a quella peculiarità che io ho chiamato indipendenza testuale. L’intelligibilità di un articolo discorsivo pretende il dover prestare attenzione ai nessi logici che ne determinano la costruzione, vi è ovvero un’esposizione di concetti attraverso sillogismi o tesi propedeutiche che richiedono la lettura sequenziale, dall’inizio alla fine, per la comprensione effettiva del messaggio finale.
Quello che accade con le liste è invece l’indipendenza dei diversi punti tra loro, senza le necessità (salvo rari casi, come quel particolare tipo di lista che è la classifica, ma anche qui si potrebbero sollevare obiezioni) che la lettura proceda sequenzialmente. Questa mancanza di gerarchia ci permette di leggere un articolo elenco anche in maniera disordinata o circolare (partendo dal punto 7 e finendo al punto 6). Possiamo addirittura leggere solo un paio di punti per poi uscire dalla pagina avendo comunque tratto dal testo solo ciò che ci interessava.
La rapidità è infine la caratteristica che determina qual è il rapporto tra il testo e la vita individuale del lettore. Le liste sono incalzanti, la fruizione del contenuto è a brevi impulsi che si risolvono in poco tempo e che lasciano lo spazio a quello successivo. Il tempo necessario all’estrapolazione di concetti, come detto sopra, viene assorbito in quanto l’estrapolazione è già resa evidente dal testo, e ciò che dobbiamo fare quando approcciamo un elenco e solo farci trasportare dalla gravità e dall’inerzia che ci fa cadere in basso verso gli altri punti.
Queste peculiarità o caratteristiche fanno sì che i post a lista si adattino perfettamente a quella che è la fruizione dei contenuti nel web.
Ogni volta che creiamo qualcosa non possiamo esimerci dal riflettere prima di tutto su quale sia il mezzo che utilizzeremo per comunicarlo, ovverosia il nostro messaggio andrà costruito sulle misure del media in cui apparirà e sui bisogni di chi lo utilizza.
Se la TV, ad esempio, è un strumento a cui lo spettatore dedica un tempo di permanenza specifico medio/lungo durante la giornata, il web, con l’avvento della tecnologia mobile, permea l’intera quotidianità delle persone, che lo utilizzano molto più spesso ma per lassi di tempo più brevi: nelle pause, nei mezzi pubblici, nell’attesa di un’appuntamento.
Le liste quindi rispondono, per le caratteristiche sopra enunciata, a questa esigente di intelligibilità veloce. Poco tempo per colpire l’utente ed innestargli in modo semplice un concetto che venga ricordato.
È da sottolineare però che, come tutti i supereroi che si rispettino, anche le liste hanno i loro punti deboli.
Quali?
La rapidità e facilità di fruizione fanno sì che non siano adatte alla produzione di contenuti “alti”, dove per alti si intende capaci di esprimere concetti complessi tra loro, interdipendenti e problematici. Difficile fare una tesi di laurea a elenco, perché ciò semplificherebbe troppo ciò che invece una tesi di laurea pretende. Allo stesso modo anche nel web, se abbiamo la necessità di creare articoli di elevata qualità per un pubblico esigente, la lista non sarà né un bel biglietto da visita né un contenuto in grado di soddisfare i bisogni richiesti.
È quindi una forma sconsigliata per blog o siti specializzati che vogliono mantenere un certo prestigio e una certa qualità tra i loro utenti, al netto di casi particolari quale ad esempio McSweeney dove le liste sono apprezzate in quanto utilizzate in funzione critica di avanguardia letteraria.
Ma per l’uso comune non smetterà di avere fortuna fino a che il media Web avrà una fruizione fondata sull’immediatezza del messaggio, che sia declinata in articoli, video, immagini o abstract.
In questo momento storico, come ne avevano bisogno i primi uomini che dovevano organizzarsi in concetti giuridici e sociali, la lista è una necessità per noi che ci occupiamo di comunicazione, e questa necessità di rapidità ne determinerà in futuro la sua permanenza o la sua scomparsa.
E nei prossimi tempi, come evolverà il formato delle liste? Ne parleremo presto.