Fino a ieri pensavo che Don Norman fosse un guru del design dell’interazione noto solo agli addetti ai lavori.
Partecipando al secondo appuntamento del ciclo “Meet the Media Guru”, mi sono invece dovuta ricredere: Don Norman ha infatti riempito le sale (e il giardino!) della Mediateca Santa Teresa di Milano. E qualche partecipante, seppur registrato, è rimasto in piedi.
Pretesto per incontrare il pubblico italiano è l’uscita del suo nuovo libro “Vivere con la complessità” che ovviamente parla del suo mestiere, il design o, per entrare nello specifico, il design dell’interazione.
Eppure a sentire le parole di Don Norman, il design pare una sottotrama di un discorso molto più alto ed articolato.
Don Norman parla di sé. E del mondo, com’era, com’è e come sarà.
Una delle prime slide proiettate mostra la sala di controllo di una centrale nucleare. Si tratta della centrale di Three Mile Island, isola tristemente nota per l’incidente del 1979. Norman ci racconta di aver fatto parte della commissione incaricata di valutare le cause dell’incidente o in altre parole, di stabilire se sia trattato di un errore umano.
La foto della sala di controllo parla chiaro: centinaia, migliaia di controlli, tutti uguali. L’incidente poteva essere evitato? Sicuramente, con un miglior design.
La commissione ha infatti accertato che si è trattato di un errore umano. E come si legge sul web, Norman ha aggiunto: “i controlli sembravano deliberatamente progettati per indurre in errore”. Ovverosia, tutto è nato da una clamorosa violazione dell’euristica “prevenzione degli errori”, teorizzata da Nielsen, cofondatore insieme a Norman del N/N Group.
Sentendo questa storia è impossibile non pensare alla tragedia di Fukushima. Ma per una volta è un pensiero catartico, che ci porta a riflettere sulle radici profonde e sugli obiettivi del design dell’interazione.
Come nasce il design dell’interazione?
Dimentichiamo per un attimo ROI, conversioni, obiettivi di business e ottimizzazione di siti Internet. La nostra professione è nata per garantire la sicurezza e migliorare l’interazione tra un pilota e la sua postazione di controllo dell’aereo. Come? Semplificando la postazione!
Perché il mondo è complesso, la vita è complessa. Non possiamo fare altro che convivere con la complessità cercando di spostarla lontano (legge di Tesler).
Norman ci invita a ricordare però che complesso non è sinonimo di complicato. E tantomeno di incomprensibile. Le persone non vogliono necessariamente cose semplici, ma cose comprensibili.
Lasciamoci guidare dall’esempio di Norman e immaginiamo un telefono cellulare che permetta solo di telefonare, semplice e minimalista. Probabilmente quel cellulare non incontra bene le esigenze del grande pubblico che ora cerca un cellulare dotato di molte altre funzionalità: rubrica, elenco chiamate ricevute ed effettuate, sms, fotocamera. Un cellulare complesso, purchè semplice da usare.
Quali sono le caratteristiche del designer secondo Norman?
Per riuscire a progettare un prodotto complesso e comprensibile, il designer deve:
Un buon esempio di design (secondo me)?
La Twitter parade. Impossibile spiegarla, dovete vederla! Se provate a scrivere #donnorman nel campo “keyword” vedrete sfilare tutti gli avatar dei partecipanti al Meet the Media Guru. E potrete leggere i loro (e i miei) tweets!
E’ un buon esempio di design: bella da vedere, cattura l’attenzione e, proiettata alle spalle di Don Norman durante l’ampio spazio dedicato alle domande-risposte, aiuta a socializzare e a stimolare i tweets.
Un cattivo esempio di design (secondo Norman)?
Il microfono che Don Norman ha trovato di fronte a sé, adatto solo a chi parla rimanendo sempre seduto al tavolo. E’ orientabile, ma è scomodo da tenere in mando se si desidera parlare in piedi.
Nota simpatica: per tutto l’incontro Don Norman, che ama parlare in piedi, ha tenuto in mano il microfono da tavolo.
Volete conoscere Norman più da vicino?
L’intero video dell’evento è disponibile sul sito di Meet the Media Guru, buona visione.