L’usabilità – e il test di usabilità in particolare – è una disciplina affascinante. Probabilmente è un po’ scontato che lo sostenga io, dato che l’ho scelta per lavoro.
Tuttavia, le stesse ragioni che me la fanno apprezzare ci hanno anche spinti ad aprire un blog, per non lasciare decadere le moltissime sollecitazioni che l’analisi di un test di usabilità provoca e per avere un luogo in cui metterle a fuoco e condividerle.
Dunque cosa c’è di affascinate in un test di usabilità?
È uno strumento razionale
Per certi versi un test di usabilità è un meccanismo che ha un preciso funzionamento.
È una macchina che produce risposte. Grazie a una procedura ben individuata si inseriscono in questa macchina delle domande e alla fine si ottengono delle risposte.
Da un lato l’elemento umano – il team di esperti che conduce il test – rimane uno strumento indispensabile; dall’altro, la procedura di analisi elabora rigorosamente un risultato.
Il giusto rapporto – che continuamente si roda nel tempo – tra valutazione umana e procedimento automatico permette risultati verificabili e ripetibili.
Costringe ad osservare le persone
Quanti web marketing manager non sanno che questa è l’espressione di molti utenti di fonte al loro sito web? Molti, purtroppo.
Lo strumento del test spinge per così dire violentemente a considerare con grande attenzione quello che le persone fanno quando interagiscono con un mezzo digitale.
La produzione di un media digitale è un procedimento che ha vincoli molto sfidanti (deve essere sicuro; deve essere migliore del precedente; deve essere convincente; deve essere bello; deve comunicare i valori della marca), talmente sfidanti che accade non di rado che le persone che devono usare quel media sono poco o per niente considerate.
Portare le persone al centro della produzione di valore digitale è la prospettiva che ci siamo dati.
Coinvolge professionisti eterogenei
Quando ci apprestiamo a dare una soluzione a un problema di usabilità, le domande sono sempre le stesse: ok, ma la soluzione preserva le esigenze di visibilità nei motori di ricerca? L’interazione con l’utente non verrà svilita? C’è un modo diverso e più efficiente per permettere all’utente di informarsi o di acquistare?
Riuscirà a comprendere l’utente il senso di questa nuova etichetta? È una soluzione che accontenta tutta la popolazione di riferimento di quello strumento digitale?
Probabilmente solo la comprensione globale dell’esperienza di un utente – che è una sola – garantisce realmente il migliore risultato, come anche Christian dice nel suo ultimo post sul blog di TSW.
Risolve problemi
Avrei potuto essere più breve e dire solo questo!
Per dirla in modo un po’ brutale, l’usabilità non vende qualcosa in più e non aggiunge nuovi strumenti o contenuti ai tanti che ci sono già. Sistema per così dire quello che c’è: è più vantaggioso ottimizzare la propria campagna di display advertising o il proprio sito web, piuttosto che impegnare budget in nuove campagne di web marketing, come ampiamente dimostra Nielsen.