Un’attività di co-progettazione per l’organizzazione dei contenuti che rende l’ascolto un approccio concreto con risultati tangibili.
In TSW – The Sixth, ci prendiamo cura, da sempre, dell’esperienza che vivono i clienti dei nostri clienti. Di cos’è fatta, però, un’esperienza? Di una moltitudine di interazioni che, in un contesto fisico o digitale, possono generare un vissuto più o meno piacevole.
I concetti di ricercabilità e trovabilità delle informazioni e dei contenuti hanno in quest’ottica un peso molto importante: le persone che entrano in contatto con prodotti e servizi di un brand, vengono accolte e guidate da contenuti chiari e di facile comprensione? Che si tratti di un sito aziendale, di un’App, un gestionale o un luogo fisico, stiamo rendendo la navigazione intuitiva, senza stress e senza sforzo cognitivo eccessivo? Raggiungere questi risultati – e progettare quindi esperienze di qualità, belle da vivere nella loro semplicità – è l’obiettivo che perseguiamo nelle nostre attività quotidiane quando uniamo competenze SEO (secondo un approccio sempre orientato all’accoglienza di cui abbiamo scritto qui) e di user experience nella creazione di ambienti accoglienti, capaci di prendere per mano l’utente e accompagnarlo in una navigazione a misura d’uomo, perché disegnata insieme a lui.
In questo articolo, nello specifico, vediamo come l’attività di card sorting può portare valore alla progettazione di una architettura informativa che risponda ai reali bisogni delle persone a cui è dedicata.
Il card sorting è una tecnica che rientra nella progettazione partecipata, che ci permette di capire come catalogare e organizzare i contenuti di uno spazio e creare così un’architettura informativa efficiente, semplice e comprensibile. Tutto ciò è possibile coinvolgendo le persone che vivranno quell’esperienza nella progettazione di quello spazio in base alle loro mappe mentali.
La prima fase di un card sorting è sicuramente la preparazione del materiale da organizzare.
I contenuti verranno riportati ognuno in un determinato cartoncino proprio perché lo scopo sarà quello di chiedere ai partecipanti di organizzarli secondo il criterio più adatto per quella specifica persona.
A questo punto servirà coinvolgere le persone giuste. L’aspetto fondamentale che devono possedere i partecipanti è che siano reali (presenti o futuri) utilizzatori o fruitori dello spazio che stiamo andando a organizzare. Insomma, persone che rispondano alla descrizione dei potenziali clienti o utenti di quello spazio.
Un UX designer con la funzione di moderatore chiederà alle persone selezionate di categorizzare gli elementi scritti sui cartoncini; i partecipanti dovranno riordinarli secondo i loro schemi mentali, commentando e descrivendo a voce alta (think aloud) le motivazioni delle diverse scelte, così da permettere al moderatore di comprendere il ragionamento che sta alla base della sua esperienza.
Questo tipo di ricerca qualitativa può adattarsi a diversi contesti e necessità. Per questo ne esistono più tipologie basate su diversi elementi:
Queste caratteristiche possono combinarsi tra loro a seconda delle esigenze, del contesto e dei tempi di esecuzione.
Noi di base preferiamo la versione in presenza e moderata perché ha il valore aggiunto del potersi confrontare di persona facendo emergere anche elementi che da remoto potrebbero andare persi.
Variamo più spesso le altre tipologie, a seconda delle esigenze, per esempio abbiamo utilizzato:
Ogni esperienza di card sorting condotta per i nostri clienti insieme ai loro clienti è una finestra spalancata su una verità troppo spesso ignorata: ciò che nella quotidianità le persone vivono davvero (con tutto ciò che ne consegue rispetto alla percezione di un brand, un valore immenso). È solo così, portando gli utenti finali a bordo della progettazione, in ogni sua fase, che è possibile creare non solo architetture informative ma intere esperienze di valore, per le persone che le vivranno e le aziende che sapranno progettarle secondo questo nuovo (ma tutto sommato antico come il mondo) paradigma.