Le basi dell’MVP: creare un prodotto digitale di successo ascoltando gli utenti
Negli ultimi anni il concetto di MVP (Minimum Viable Product, in italiano è letteralmente Prodotto Minimo Attuabile) è diventato molto popolare: nato nel mondo delle startup e nell’ambito della metodologia Agile, oggi è utilizzato per lo sviluppo di prodotti digitali come App, Software e Siti web.
Il termine originale è stato definito da Eric Ries: The minimum viable product is that product which has just those features (and no more) that allows you to ship a product that resonates with early adopters; some of whom will pay you money or give you feedback.
Un MVP rappresenta quindi la versione di un prodotto digitale che viene rilasciata sul mercato con le funzionalità essenziali e minime per essere utilizzato; successivamente potrà essere sviluppato e integrato con nuove funzionalità e caratteristiche.
L’obiettivo principale dell’MVP è raccogliere feedback dagli utenti reali, al fine di comprendere meglio le loro esigenze e i loro desideri. I feedback possono essere raccolti tramite gli analytics e i dati di utilizzo, ma anche analizzando le recensioni, i commenti nei forum di settore o direttamente con interviste e user test.
Ci sono quattro caratteristiche fondamentali che un MVP deve avere:
Raccogliere feedback per gli sviluppi successivi: l’obiettivo principale dell’MVP è raccogliere feedback per orientare gli sviluppi del prodotto in futuro.
Prototipo, MVP e Prodotto finale
Mantenere il prodotto il più semplice possibile è senza dubbio una sfida cruciale. Fin dalle prime fasi dello sviluppo del progetto, il team al lavoro potrebbe generare una miriade di idee, proposte, suggerimenti e funzionalità. Ma come scegliere tra tutte queste idee quelle da includere o escludere dall’MVP? Quali di esse porteranno i maggiori benefici agli utenti?
La risposta risiede nella comprensione dei bisogni degli utenti, nel garantire che le funzioni minime che definiranno il concetto di “attuabile” siano realmente in linea con ciò che desiderano. Questo obiettivo può essere raggiunto solo attraverso un ascolto attento e applicato fin dalle prime fasi di progettazione, attraverso interviste, analisi e test sui prototipi.
Se trascuriamo questo processo di ascolto e comprensione dei bisogni degli utenti, rischiamo di rilasciare un MVP destinato al fallimento, perché non incontrerà le reali esigenze del pubblico di riferimento. Pertanto, è fondamentale identificare con chiarezza i bisogni degli utenti e le caratteristiche chiave del prodotto che li soddisfano. Solo così potremo creare un MVP che si focalizzi su ciò che conta davvero e che sia capace di raccogliere feedback preziosi.
L’MVP, una volta rilasciato, diventa a sua volta uno strumento potente per ascoltare i nostri utenti su una scala più ampia. Ci permette di sperimentare, validare o scartare le idee alla base del prodotto, prendendo in considerazione i feedback reali degli utenti.
L’MVP è concepito per raccogliere feedback dagli utenti nel minor tempo possibile, ma nel panorama attuale le aspettative degli utenti sono estremamente elevate. Non è più sufficiente presentare sul mercato un prodotto funzionante: per attrarre utenti è necessario che il prodotto, sebbene limitato nelle funzionalità, offra un’esperienza d’uso ottima.
Anche se quindi presenta delle funzionalità semplici ed essenziali, un MVP deve garantire un livello di qualità eccellente. Questo non significa ridurre il tempo di sviluppo per far sì che l’MVP esca sul mercato il prima possibile con il minimo necessario, ma focalizzare al massimo lo sforzo sulle funzioni fondamentali, le quali dovranno essere realizzate con la massima qualità possibile.
La qualità è infatti un aspetto cruciale, poiché influenza la prima impressione che gli utenti avranno del servizio. Tralasciare la progettazione dell’esperienza d’uso e dei dettagli (come l’interfaccia utente, i testi e i messaggi, le micro-interazioni e la fluidità dei processi) rischia di allontanare persino gli early adopter, ovvero gli utenti più precoci e interessati.
L’obiettivo è rendere le persone essere entusiaste dell’MVP, nonostante le sue limitazioni, affinché lo utilizzino con piacere, diventandone appassionati e promotori.
È importante sottolineare che l’MVP non è una versione beta. Una beta è per definizione una versione di test ancora in fase di sviluppo, rilasciata al pubblico e alle community perché possano aiutare gli sviluppatori nell’individuazione di elementi da sistemare. Gli utenti di una beta sanno che il prodotto difficilmente sarà perfetto e che incontreranno errori di programmazione.
L’MVP invece deve essere realizzabile, usabile, stabile, funzionale e, infine, piacevole.
L’MVP è la versione più semplice di un prodotto digitale, basata sulle funzionalità fondamentali che permettono di utilizzare il prodotto stesso. Per definire quali sono le caratteristiche e funzionalità da inserire in un MVP è importante conoscere il proprio pubblico, i loro bisogni e le loro necessità; questo è possibile attraverso l’ascolto tramite interviste, user test, ricerche di mercato e focus Group.
L’MVP a sua volta permette di espandere la fase di ascolto su un pubblico più vasto attraverso un prodotto effettivamente funzionante; grazie a questo saranno raccolti ulteriori insight per validare il prodotto stesso e definire il percorso di sviluppo futuro.