UX Writing: che cosa significa quest’espressione? User Experience Writing, letteralmente, scrittura per l’esperienza dell’utente. Una scrittura quasi impercettibile, ma più che mai fondamentale in qualsiasi contesto, digitale e non: dai siti web alle app, dalle newsletter agli e-commerce, ma anche nel mondo fisico, nella segnaletica, nei cartelli informativi e così via. Una scrittura progettata ad hoc è indispensabile per guidare la persona che si trova a esplorare ognuno di questi spazi. L’UX Writing è ovunque, ma spesso non si fa notare, ed è un elemento a cui prestare particolare cura per creare un’esperienza semplice e appagante per le persone.
Andiamo più nel dettaglio, concentrandoci sul mondo digitale. È chiaro che parliamo di scrittura e di testi: ma quali sono i copy di cui si occupa l’UX Writer? Abbiamo fatto cenno a testi quasi impercettibili, ma fondamentali: non a caso, in ambito di UX Writing risuona spesso il termine microcopy. Piccole porzioni di testo, estremamente concise, ma chiarissime nella loro essenzialità, che aiutano le persone a capire come muoversi in uno spazio digitale. Call to action, pulsanti di varia natura, voci di menu, nomi dei campi all’interno di un form da compilare, messaggi d’errore e feedback vari sulle azioni che si compiono: tutti i testi relativi a questi elementi (e molti altri) sono il pane quotidiano dell’UX Writer.
Potrebbero sembrare irrilevanti, ma pensateci un attimo: come fareste a creare il vostro account su un e-commerce se non ci fossero tutti questi microtesti a guidarvi passo dopo passo? Come capireste dove dovete cliccare per portare a termine un pagamento? E se state sbagliando qualcosa, come lo capireste, senza un messaggio ad hoc? Anche solo da questi semplici esempi, l’importanza dei microcopy e dell’UX Writing è lampante all’interno dell’esperienza dell’utente: senza di essi l’interfaccia sarebbe incompleta, così come le indicazioni per la navigazione di un sito, di una app e così via.
L’UX Writing è solo scrittura? No, anzi. Per offrire un’esperienza di navigazione piacevole e soddisfacente alle persone, bisogna prima di tutto conoscerle. Conoscere i loro bisogni e capire come poterli soddisfare al meglio. Capire cosa vorrebbero trovare sul nostro sito. Capire il loro linguaggio, le loro parole, e farli propri. Capirne la cultura e il contesto di riferimento, in tutte le loro sfaccettature. Se si vuole scrivere per aiutare quelle persone a vivere esperienze piacevoli, utili e semplici, insomma, bisogna prima ascoltarle.
Ecco perché gran parte del lavoro di un UX Writer è fatto di ricerca – per comprendere le persone per le quali scrivere – e di collaborazione: non solo nei confronti dei destinatari delle sue parole, ma anche nei confronti di un team poliedrico che lavora in sinergia, integrando le competenze di diverse figure professionali, dai ricercatori agli architetti dell’informazione, ai designer di esperienze e interfacce, con l’unico obiettivo di offrire la miglior esperienza possibile.
La scrittura è solo la fase finale dell’UX Writing. Il focus è sempre e solo uno: l’esperienza dell’utente. Ecco perché l’UX Writing si differenzia in modo sostanziale dalle forme di Copywriting più tradizionale, quello legato a obiettivi di business e di marketing, il cui focus, alla fine dei conti, è sempre un prodotto, un brand, un servizio, seppur trattati con tecniche di narrazione differenti. Sono gli obiettivi alla base di questi due tipi di scrittura a essere differenti: l’UX Writing ha la missione di guidare l’esperienza dell’utente e aiutarlo nella sua navigazione, il Copywriting – nella sua accezione più ampia – può avere un obiettivo informativo, può aiutare a far emergere agli occhi delle persone un prodotto o un brand nel mare dei contenuti web, può aiutare le persone a trovare ciò che stanno cercando sui motori di ricerca.
Proviamo adesso a capire in modo più pratico quali sono alcune delle caratteristiche di microcopy pensati bene, con alcune best pratice in ambito di UX Writing.
Less is more: in questo caso è vero più che mai. Non a caso, si parla di microcopy. Un testo in grado di guidare una persona nell’esecuzione di una serie di azioni deve essere semplice, chiaro alla prima occhiata, utile: no ai giri di parole, ai fronzoli, alla sintassi complessa. Basta scegliere con cura le parole da utilizzare per esprimere in modo efficace un concetto.
Quelle che usa la persona a cui ci stiamo rivolgendo nella sua quotidianità. Come facciamo a farci capire, se non adottiamo un linguaggio comune a quello dei nostri destinatari? Ecco perché l’ascolto delle persone a cui vogliamo rivolgerci è una fase imprescindibile nell’UX Writing.
In questo caso – forse l’unico – saranno più che graditi: chi clicca su un bottone o un link deve sempre sapere dove andrà a finire. A ogni azione corrisponde una conseguenza e questa conseguenza non può essere una sorpresa: chi naviga un sito deve sentirsi al sicuro per vivere un’esperienza piacevole. E sapere dove si va a finire dopo un click o un tap è un elemento fondamentale a questo fine. L’UX writer ha quindi il compito di far capire dove porta ogni singolo bottone, usando parole coerenti: ogni cosa ha un suo nome e dobbiamo utilizzarlo se vogliamo farci capire da chi legge. Il pulsante che al click permette di stampare la pagina, non può recitare “Prosegui”, perché deve dire chiaramente cosa succede quando le persone lo selezionano. “Stampa” è la soluzione corretta.
Anche i microcopy devono essere allineati al tono di voce di chi parla: “chiarezza e semplicità” non sono termini in contrasto con “personalità”, bisogna solo trovare il giusto equilibrio. Sarebbe troppo facile ricorrere a Call to action e microcopy standardizzati, senza contare il fatto che “Scopri di più” e “Clicca qui” non sono per nulla la scelta più efficace nella maggior parte dei casi.