Google è il motore di ricerca più usato al mondo e setta degli standard di navigazione, ricerca e ascolto delle persone e per le persone. Per questo, per noi consulenti SEO è fondamentale seguire i suoi aggiornamenti di algoritmo e di regole che cambiano il modo in cui le persone entrano in contatto con i contenuti. Per il motore di ricerca infatti è sempre più importante instaurare e conservare un rapporto di fiducia con i suoi utenti, per cui ciò che propone con i posizionamenti (organici e paid) nella SERP (Search Engine Results Page) deve riflettere con chiarezza e precisione il contenuto che le persone poi troveranno nelle pagine.
Proprio con questo scopo negli ultimi mesi è stato rilasciato il Page Title Update, un aggiornamento Google fortemente SEO oriented, perché influenza i risultati organici delle ricerche sul motore. Questo aggiornamento, con tutte le sue conseguenze, è ormai parte della nostra quotidianità. Vediamo quindi cosa consiglia il colosso di Menlo Park, ma soprattutto, poniamoci delle domande: questo aggiornamento come viene percepito dalle persone? Le modifiche sono davvero apprezzate da chi naviga?
Scopriamolo insieme nei prossimi paragrafi.
Come dicevamo poco sopra, Google ci informa che gli aggiornamenti SEO cambiano la generazione dei titoli dei risultati in SERP perché riflettano il più possibile i contenuti delle pagine, indipendentemente dalle query usate dagli utenti. Le ragioni principali per cui un title può essere modificato sono:
Google ha dichiarato che il sistema interviene principalmente in caso di:
Per modificare i titoli, Google può prendere in considerazione altri elementi della pagina e utilizzarli al posto del tag title, favorendo quelli più in risalto della pagina. In altri casi si tratta invece di leggere ma importanti modifiche, come l’aggiunta di elementi chiarificatori o la sostituzione di una singola parola, che possono comunque influire sul CTR (Click-Through Rate):
In merito a questi cambiamenti, Google ha rilasciato queste precisazioni:
Il consiglio di Google, quindi, rimane lo stesso: continuare a utilizzare tag title efficaci, visto che sono in ogni caso l’elemento più utilizzato per generare i titoli delle SERP. In aggiunta, è possibile comunque monitorare i titoli della SERP ed eventuali cambi di CTR per valutare se può essere utile un cambio del tag title, in modo che descriva ancora meglio i contenuti della pagina.
Ma la vera domanda che ci poniamo in TSW, oltre a quelle tecniche di pertinenza della SEO, è: questo aggiornamento sta aiutando le persone a trovare ciò che cercano? Comprendere se il rilascio del Page title update di Google raggiunga questo scopo non è certo semplice e richiede uno studio preciso e rigoroso di quelle che sono state le modifiche apportate.
Tuttavia, è possibile avere un’idea generale di quello che le persone osservano quando vengono messe di fronte ad una pagina di risultati di una ricerca Google. Abbiamo deciso di scoprirlo grazie a un test con l’ausilio dell’eye tracker, uno strumento che traccia il movimento oculare, comunemente utilizzato in studi di psicologia sperimentale: in questo modo abbiamo potuto osservare e definire degli schemi di osservazione sulla pagina di ricerca.
Seguendo diversi clienti del settore assicurativo e avendo sperimentato nella quotidianità l’aggiornamento dei title di cui ci occupiamo per queste aziende, abbiamo scelto una query di ricerca che monitoriamo: “assicurazione auto”.
Abbiamo chiesto a 20 persone di osservare la pagina di ricerca come se cercassero informazioni per la propria polizza, dal divano di casa propria. Ognuna di esse ha potuto navigare liberamente nella pagina e soffermarsi sui titoli più di interesse. La maggior parte è arrivata fino a fine pagina dopo una prima osservazione veloce e poi è tornata a dedicarsi a diversi titoli dei risultati proposti.
L’eye tracker ci ha permesso raccogliere tutti i dati in un’immagine, la heatmap di sintesi che segue, che ci ha fornito qualche informazione sui comportamenti di navigazione delle persone.
Abbiamo confermato quanto è già stato osservato anche in letteratura, ossia come l’attenzione delle persone tenda ad essere concentrata prevalentemente nella parte sinistra del campo visivo1 e come questo, di conseguenza conferisca maggior visibilità a ciò che è localizzato in questi spazi. Nei casi specifici si può notare come le aree gialle e rosse siano localizzate su termini secchi, parole autoesplicative ed espressioni sintetiche legate alla query di ricerca.
Questi risultati avvalorano la scelta fatta da Google, almeno per quanto riguarda modifica e riduzione dei vari titoli definendo una lunghezza massima di caratteri possibili e la costante ricerca di maggiore coerenza tra i risultati nella SERP e contenuti delle pagine posizionate.