Cosa vuol dire e cos’è veramente fare consulenza SEO oggi? E qual è l’approccio migliore?
Fare consulenza SEO (Search Engine Optimization) solo per migliorare il posizionamento di un sito è ormai troppo limitante, anche se il più delle volte è quello che ci viene chiesto inizialmente, prima di essere riusciti a trasferire il pieno significato e il senso di questa attività.
Le basi delle attività SEO classiche sono note ai più che lavorano con il digitale, pochi siti sono in prima pagina per caso, sono tutti ottimizzati SEO, e pochi cluster di ricerca sono scoperti. Tutti vogliono il massimo della visibilità online e del traffico organico. I posti in prima fila però, come sappiamo, sono limitati quindi cosa possiamo fare per migliorare veramente il nostro posizionamento sui motori di ricerca?
Fare una consulenza SEO significa quindi guidare i nostri clienti verso tutte le possibilità della SEO, anche quelle meno evidenti. Significa invitarli a essere accoglienti verso i loro utenti o meglio ancora ospiti, far capire l’importanza di porgere un invito corretto e coerente con ogni pagina posizionata sui motori.
Invitare gli utenti e di conseguenza gli spider con una promessa di valore è la base dell’accoglienza sulla propria piattaforma digitale, ed è ospitalità. Chi atterra sulla pagina di un sito da una ricerca su Google o su qualsiasi altro motore di ricerca ha delle aspettative dettate dal suo intento e da come proponiamo quella pagina posizionata per la sua ricerca, come ad esempio il titolo e la descrizione visualizzati nella pagina dei risultati. Rispondere alle sue aspettative in modo semplice, onesto e coerente è essere ospitali. Ogni clic è una possibile relazione offerta dall’utente che va onorata con un’esperienza sulla pagina che sia degna di essere vissuta. Anni fa parlavo di come SEO e Usabilità fossero spesso legate e viaggiassero su binari paralleli. Oggi Google si sta spingendo addirittura oltre: vuole riuscire a valutare l’esperienza di navigazione di un utente su una pagina e dare un punteggio ai fini del ranking anche alla User Experience, e vuole farlo in modo automatico.
Per questo la consulenza SEO è sì assistenza, formazione e supporto alle aziende che vogliono posizionarsi sui motori di ricerca. Ma è anche molto di più. Quindi oggi parleremo sì di SEO Audit, parole chiave, codice html, ottimizzazione on page, link building e tutto quello che gli esperti SEO fanno per migliorare il posizionamento di un sito nella loro accezione classica. Ma parleremo anche e soprattutto dell’approccio a queste attività fondamentali, che i SEO Specialist in TSW adottano quando iniziano un progetto di consulenza SEO.
In TSW la consulenza per l’ottimizzazione per i motori di ricerca parte dalla definizione di una strategia SEO, che a sua volta prevede un workshop obiettivi, punto di partenza della maggior parte dei nostri progetti SEO, o più in generale di digital marketing.
Questo primo momento di “riconnessione” con chi si rivolge a noi ha lo scopo di accogliere il cliente o il prospect e tutti i partecipanti al progetto, che possono esprimersi liberamente grazie a un facilitatore e all’uso di metodi di condivisione partecipata per raccogliere le idee.
In questo modo ciascuno contribuisce attivamente alla definizione di una prima strategia di progetto. L’importanza di questo primo passo è fondamentale per conoscere nel dettaglio i destinatari di queste attività, le aspettative, problemi noti e possibili soluzioni, che nei classici incontri preliminari per motivi di tempo o di forma non sempre emergono in modo strutturato.
Questo momento ha infatti lo scopo di definire in modo chiaro l’identità e la visione aziendale, in quattro punti:
In passato tenevamo questo tipo di incontri in presenza, spesso nella nostra sede, perché sedersi allo stesso tavolo, guardarsi negli occhi e parlare faccia a faccia crea un’intesa, una comunione d’intenti. Negli ultimi tempi li abbiamo realizzati da remoto per necessità, ma non vediamo l’ora di poterli ripristinare di persona a pieno regime.
Una volta individuati gli argomenti fondanti e fondamentali per il nostro cliente, bisogna comprendere cosa cercano le persone in relazione a quelle tematiche, e quindi conoscere esattamente il loro intento, le loro motivazioni alla ricerca. Solo così è possibile proporgli i contenuti più adatti ai loro bisogni, aumentando quindi le possibilità che trovino le nostre pagine utili e piacevoli.
Limitarsi a guardare i soli volumi di ricerca e scegliere delle parole chiave solo in base a quello, non ci consente di scoprire cosa veramente vogliono le persone, le sfumature e le “nicchie” che se corrisposte da contenuti adatti, possono generare molta più soddisfazione sia per l’utente, sia per l’azienda.
Oltre alla lista di keyword andiamo quindi a creare una fotografia “momento zero” sullo stato del posizionamento attuale del sito web e del contesto competitivo. Questo è possibile grazie all’elaborazione di un benchmark organico sui principali competitor diretti e quelli rilevati in SERP. Analizziamo in dettaglio quali sono i cluster coperti dai competitor e le parole chiave per cui c’è più sovrapposizione e valutiamo le tipologie di risultati che Google premia.
A questo si unisce poi un’attività SEO fondamentale: una fotografia sullo stato di salute del sito. Un SEO Audit è innanzitutto un’analisi del sito da un punto di vista tecnico e di contenuto. Ma in realtà è molto di più: è lo strumento che garantisce un primo passo per conoscere a fondo lo stato di fatto della piattaforma, di chi l’ha sviluppata e di come la usa il cliente, definendo i primi interventi quick win lato tecnico, contenuto e offsite, determinando priorità ed evolutive.
La cosa veramente importante è non limitarsi a segnalare ciò che troviamo, ma identificare quali errori e barriere, se risolti subito, potrebbero portare un miglioramento significativo in tempi rapidi. Solo una volta risolte le necessità urgenti si può passare a quelle evolutive, secondarie in ordine di rilevanza. Prioritizzare scegliendo cosa ha senso fare già in fase di startup può spianare la strada a interventi futuri anche più complessi.
Al contrario, fissarsi da subito sulla risoluzione di un problema secondario come un malfunzionamento tecnico che coinvolge molti reparti, intasati con bugfixing o altre evolutive, non farà altro che dilatare nel tempo l’efficacia delle nostre proposte.
Inizia poi la fase più lunga e complessa della nostra consulenza SEO, ossia l’ottimizzazione continua. È la parte più complessa sia perché coinvolge più reparti e spesso più fornitori nel lungo termine, sia perché non è un’operazione in “anestesia totale”, o a bocce ferme: la Search Engine Optimization il più delle volte si fa live, adattandosi a quello che avviene in SERP, ai cambiamenti che ci aspettiamo. Inoltre non è un processo meccanico che il SEO specialist può svolgere in autonomia, ma che si basa su un dialogo continuo con le parti coinvolte, sulla mediazione tra diverse esigenze e sulla capacità di scendere a compromessi.
Definita la lista delle priorità si può procedere con l’implementazione degli interventi tecnici e parallelamente con quelli di contenuto. Se siete interessati a saperne di più sul ruolo centrale di un contenuto e dell’importanza di scrivere per la SEO, qui potete trovare l’articolo di Chiara a riguardo. Il supporto si traduce quindi in call di allineamento, condivisione e scambi tramite le classiche piattaforme di project management, e infine verifica conclusiva delle modifiche.
Lo scopo dev’essere migliorare il sito, apportare del valore, rafforzare le fondamenta e creare basi solide per upgrade futuri. Solo così si può creare un sito accogliente e ottimizzato lato SEO.
La consulenza non è solo supporto ma anche formazione. Proponiamo sempre un momento di condivisione e allineamento sulle novità e i trend in ambito SEO, User Experience, Copywriting e Linking. Questi workshop nati con uno scopo “formativo” stanno diventando sempre più delle occasioni per acquisire consapevolezza dei propri mezzi e di quanto sia possibile fare, ognuno per la sua parte, per contribuire al miglioramento del sito.
Nella nostra esperienza abbiamo incontrato persone diverse che hanno tratto diversi benefici da questi momenti: per alcuni sono importanti per comprendere i termini e i tecnicismi del nostro lavoro, per altri invece sono un aggiornamento di conoscenze pregresse un po’ sopite. Sia che si tratti di formazione, aggiornamento o acquisizione di consapevolezza, questi momenti si sono dimostrati un contributo sostanziale per accrescere il valore delle nostre attività.
Una volta conclusa l’implementazione degli interventi o la messa online del sito, inizia il monitoraggio di indicatori di performance specifici in relazione agli obiettivi identificati: spesso le modifiche sono immediatamente assorbite, valutate, dando risultati rapidi, in alcuni casi invece servono alcune settimane prima di vedere i risultati auspicati.
È qui che gli strumenti di data visualization come le dashboard o i report SEO specifici aiutano a monitorare e comprendere l’efficacia di quello che facciamo. Ogni intervento deve essere data driven: nonostante sia sempre più difficile che questi siano certi e completi, il dato è l’unico strumento oggettivo che ogni SEO Specialist ha, ed è il vero termometro della situazione.
È grazie a questi strumenti che analizziamo i dati e definiamo i prossimi interventi in vista degli incontri settimanali o mensili con il cliente, ed è in questi momenti che possiamo confrontarci con il team di progetto e raccogliere feedback preziosi per il fine tuning della strategia.
La SEO non sempre è la soluzione ai problemi di un sito. Ci sono casi e settori specifici dove il potenziale di una piattaforma, seppur ottimizzata, non riesce ad esprimersi. L’esperienza in questi casi è fondamentale, in alcuni casi serve pazienza magari aspettando un rimbalzo che “storicamente” avviene, in altri casi serve tornare alla versione precedente in modo immediato. Per questi momenti non esistono manuali o guide online, ma solo tanta passione, un costante aggiornamento e la voglia di scoprire e capire cosa è meglio per il cliente e i suoi obiettivi, e per le persone che vivono quelle esperienze di ricerca.