AI e SEO: nuove sfide e opportunità per la ricerca online
La SEO – Search Engine Optimization – è un’attività fondamentale per un progetto digitale, in quanto consente a un sito o a un contenuto di essere visto e/o trovato quando gli utenti effettuano ricerche pertinenti. Sulla base del prodotto, o servizio, che si desidera promuovere, una corretta strategia SEO è in grado di dargli più visibilità agli occhi di utenti che ne dimostrano un bisogno, una necessità, sia essa informativa o transazionale.
Grazie agli strumenti della SEO, si ha la possibilità di essere trovati sia da chi sta facendo ricerche mirate, sia da coloro che ancora non hanno un’idea precisa di cosa cercare.
In questo contesto, forse non tutti sanno che, già da qualche anno, sta prendendo sempre più piede l’AI, l’intelligenza artificiale.
Si prenda come esempio Google.
All’inizio, gli algoritmi che forniscono i risultati di ricerca si basavano su regole non troppo complesse: elaboravano la corrispondenza tra le parole chiave inserite nella barra di ricerca e il contenuto dei siti web che Google, su base periodica, scansionava e inseriva nel proprio database.
Nel corso degli ultimi anni, questo sistema ha subito una notevole evoluzione, e il numero di fattori considerati al fine di garantire che il contenuto proposto all’utente sia non solo rispondente alla richiesta, ma anche utile e di qualità, è sempre crescente.
Tra questi fattori, ecco che si fanno strada nuovi parametri, come ad esempio i link, gli autori, l’“autorevolezza” del sito e delle specifiche pagine, tanto che hanno iniziato a essere sempre più richieste consulenze SEO per riuscire a gestire una rete via via più complessa di elementi che determinano il posizionamento organico.
Nel 2015 si registra un ulteriore, importante, aggiornamento: l’introduzione dell’AI.
Google rilascia RankBrain, un sistema di deep learning che inizia a slegare il risultato delle ricerche dalle sole parole per collegarle, invece, al concetto che vogliono esprimere. Significa che Google, a prescindere dai termini esatti che vengono digitati nella barra di ricerca, cercherà di interpretare l’idea di ciò che si sta cercando.
Grazie a questa innovazione, anche nel mondo della SEO – sia da parte dei SEO specialist che delle SEO agencies – il focus passa dalla sola keyword all’intento di ricerca, a ciò di cui l’utente necessita al di là dei termini utilizzati.
La logica alla base del funzionamento dell’intelligenza artificiale è stata poi, negli anni, ulteriormente aggiornata e potenziata. La si è resa più precisa, in modo da affinare i risultati di ricerca da mostrare all’utente. Per comprendere la portata di questi aggiornamenti al motore di ricerca, si consideri che l’aggiornamento MUM, rilasciato da Google nel 2021, è stato programmato per elaborare i risultati delle ricerche basandosi su 75 lingue diverse, per fornire risposte multimodali comprendenti testi e immagini, col fine di estendersi anche a audio e video.
La direzione intrapresa dell’AI è chiara: comprendere cosa desidera l’utente, a prescindere dalle parole chiave che digita, e fornirgli il miglior risultato possibile.
Basti ricordare, infatti, che la priorità di Google è quella di fornire all’utente i migliori risultati, basandosi sul cosiddetto paradigma EEAT:
– Experience: l’esperienza di chi crea il contenuto;
– Expertise: la competenza;
– Authoritativeness: l’autorevolezza dell’autore, del contenuto stesso e dell’intero sito;
– Trustworthiness: l’affidabilità della pagina, in termini di onestà, sicurezza e attendibilità.
Se, da un lato, l’intelligenza artificiale è utilizzata da Google per migliorare i risultati di ricerca, dall’altro, i professionisti del settore digitale e della comunicazione non se ne restano ”con le mani in mano”.
Si stanno sviluppando, infatti, sempre più soluzioni avanzate che si basano sull’AI – in particolare sull’AI generativa, come il noto ChatGPT, progetto open source di OpenAI annunciato con successo sui media del settore e non.
Tramite questo strumento è possibile generare codici e testi di diversa tipologia, spaziando dalle risposte a specifiche domande, alla traduzione e produzione di testi sugli argomenti più vari. Insomma, il potenziale dello strumento è davvero ampio.
Tuttavia, uno dei temi più dibattuti dell’attualità, è quanto questi strumenti siano effettivamente affidabili negli output che forniscono, e quanto ci si possa fidare delle informazioni così ottenute.
Curiosi? Lo abbiamo chiesto direttamente a ChatGPT.
Le informazioni prodotte da ChatGPT o altri strumenti di intelligenza artificiale generativa possono non essere sempre totalmente affidabili. Gli strumenti di AI generativa producono risposte sulla base di modelli statistici costruiti su enormi quantità di dati, ma potrebbero non comprendere completamente il contesto o potrebbero generare informazioni errate o fuorvianti.
Poiché gli strumenti di AI generativa non esaminano attivamente o verificano le fonti delle informazioni, possono anche produrre risultati che sono privi di evidenze o basati su fonti inaffidabili. Pertanto, è sempre consigliabile prendere in considerazione le informazioni prodotte da questi strumenti con un certo grado di cautela e verificare sempre le informazioni attraverso fonti affidabili e consultando esperti umani o altre fonti autorevoli quando necessario.
Dalla risposta si può facilmente dedurre come – benché siano strumenti alquanto interessanti – di fondo rimanga comunque una necessità di “guidarli”.
Si pensi, come esempio, al bisogno di scrivere i contenuti per un blog o per le pagine del sito di un’azienda.
Senza una strategia che individui con precisione le ricerche effettuate nel settore, lo scenario competitivo, o senza istruzioni accurate unite a una revisione “umana”, si rischia di ritrovarsi con contenuti che presentano informazioni fuorvianti, sbagliate, non aggiornate o che non rispondono pienamente alle esigenze del target di riferimento.
A introduzione dell’articolo, si è spiegato quanto per Google sia importante posizionare risultati utili, affidabili e di qualità, e come gli aggiornamenti degli algoritmi stiano procedendo in questa direzione.
Lo stesso motore di ricerca risponde ad alcune delle domande più frequenti sulla SEO e l’AI generativa, sottolineando:
“A prescindere dalle modalità di produzione dei contenuti, per avere risultati ottimali nella Ricerca Google si dovrebbe cercare di produrre contenuti originali, di alta qualità e pensati per le persone che dimostrino i criteri EEAT.”
E poi:
“Per gli argomenti dove la qualità delle informazioni è fondamentale, come le informazioni sanitarie, sociali o finanziarie, i nostri sistemi attribuiscono un’importanza ancora maggiore agli indicatori di affidabilità.”
Da un punto di vista SEO, quindi, l’utilizzo dell’AI generativa non rappresenta un problema, purché questa intelligenza automatica costituisca solo una parte della produzione del contenuto.
Lo studio delle parole chiave, la creatività e l’originalità nella produzione del contenuto, nonché il controllo delle informazioni e delle fonti, richiedono l’intervento di figure tipiche delle SEO agencies, come copywriter, SEO specialist o di una figura professionale che garantisca che quel prodotto non è solo un’elaborazione di informazioni già presenti sul web, ma è un qualcosa di più, che merita di essere posizionato più in alto, e di avere quindi maggiore visibilità, rispetto agli altri presenti in rete.
Considerando il panorama attuale e le basi per la direzione futura che sembra aver posto il principale motore di ricerca, ciò che emerge è che risulterà sempre più importante saper gestire i nuovi strumenti di AI, comprenderne bene limiti e potenzialità, ma soprattutto essere in grado di monitorare e analizzare i risultati che questi strumenti restituiranno in termini di cambiamento del comportamento online degli utenti.
In questo articolo ci si è focalizzati sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte di Google e di alcuni professionisti del web, ma il ventaglio di possibili campi di utilizzo è molto ampio. Si pensi all’implementazione di un chatbot su un sito che risponda alle principali richieste dell’utente, in grado di migliorare la sua esperienza di navigazione da un lato, e di rendere più flessibile l’attività di assistenza clienti, dall’altro. Oppure la gestione di quantità importanti di dati legati alle ricerche SEO, che possono essere ordinati e categorizzati dall’AI, consentendo agli operatori di ottimizzare tempi e output.
L’utilizzo dell’AI non solo ha cambiato – e sta cambiando – il modo in cui i motori di ricerca forniscono agli utenti le risposte alle loro ricerche, ma anche quello in cui gli utenti stessi si approcciano ai risultati di ricerca e alle modalità per cercare risorse e contenuti.
Ciò che è stato introdotto negli anni è solo una piccola parte del cambiamento che avverrà, che è già cominciato. In questa fase, un ruolo sempre più importante lo assumono le figure dei SEO specialist, copywriter e delle agenzie, le quali hanno il compito di seguire e guidare con competenza le aziende verso il futuro.